C’è un problema, piccolo che diventa grande: chiudo gli occhi e vorrei essere a Parigi, nella distesa davanti al Louvre, vorrei perdermi tra quegli alberelli tutti uguali, quella perfezione architettonica che trovi nelle foglie che volano in cielo e nel naso a punta delle ragazze che ti passano a fianco.
Li riapro, vedo il sole alto e mi ritrovo a Lisbona, dove le piastrelle hanno segnato il mio nome, i gradini contato i miei passi e il sole ha caldo ha inebriato il mio cuore.
Mi strofino gli occhi, trovo una ciglia sul dito e penso a Porto, alla malinconia che si porta dietro, ai colori accesi in mezzo al buio e al tramonto che trasportava barche.
Mi giro, mi sistemo i capelli ricci e confusi: sbuca il mio fall in love ed eccomi a Barcellona, dove ho letteralmente perso la testa; mi ritrovo in riva al mare con una cerveza ghiacciata, un sorriso solare che mi prende per mano e un orizzonte vario e colorato.
Parlo, vorrei parlare, Londra è la soluzione: nella sua confusione, nella sua pazzia e nel suo essere un grande mondo dentro ad una città.
Firenze, i mille weekend passati tra una bottega e l’altra, con il bicerin de vinello in mano e grandi sogni che prendono forma.
Sento il freddo gelido che mi passa sotto la maglia, mi ritrovo ad Amsterdam dove tengo tra le mani un tè caldo bollente, nel suo vapore vi vedo finestre illuminate che contrastano il freddo fuori, vedo possibilità e luci che rendono magica l’acqua dei canali.
E poi Valencia con i capelli bagnati, la sabbia infinita e le notti che baciano il giorno.
Roma tra la Bellezza, l’origine e il cibo buono.
E poi Praga con il suo romanticismo presente in ogni via, un mondo che non c’è e la birra a fiumi.
E poi Berlino, con i ricordi lontani, persone ancora vicine e con la voglia di riscoprirla con nuovi occhi.
Ecco. In giornate come queste, dove il sole rende luminoso il cielo, ho solo voglia di fare un fagotto e partire. Senza destinazione però.
Vorrei solo prendere e andare, scoprire, conoscere.
Vorrei solo partire per tornare a stupirmi, per tornare ad emozionarmi e trovare la mia strada.
LASAGNE CON ZUCCA, PANCETTA E TALEGGIO
250gr. lasagne
150gr. pancetta affumicata
1kg zucca
1 cipolla rossa di tropea
100gr. Taleggio
200gr. provola
parmigiano reggiano
sale, pepe, olio, rosmarino
500cl. latte
50gr. farina
50gr. burro
nosce moscata, sale
Per prima cosa ho preparato una besciamella leggere: ho messo il burro sciogliere in una casseruola, una volta diventato liquido vi ho aggiunto la farina e mescolato bene fino a creare quel composto marroncino – roux, appunto. Tolto dal fuoco vi ho unito a filo il latte freddo, rimesso sul fuoco e continuato a mescolare con una frusta. Quando ha cominciato ad addensare, vi ho unito sale e noce moscata. A consistenza avvenuta (da valutare a gusto personale), l’ho tenuta da parte.
Ho fatto cuocere in una grossa padella la zucca tagliata a tocchetti con olio extravergine, rosmarino tritato e la cipolla rossa. Una volta cotta (dopo circa 20′), ne ho frullata metà (aggiungendovi un cucchiaio di brodo bollente) e mantenuta a tocchi la restante. Ho preparato la pancetta e tagliato il formaggio. Ho poi composto la lasagna alternando la lasagna con la zucca frullata e a pezzi, parmigiano, taleggio e provola, pancetta e così via. In ultimo, fiocchetti di burro e via in forno a 180°C per circa 30′. Che dire, l’autunno in un piatto.